La divisione
L’articolo 713 del Codice civile italiano regola la facoltà di domandare la divisione ereditaria, un aspetto centrale del diritto successorio italiano. Questo articolo conferisce ai coeredi il diritto di richiedere la divisione dei beni comuni in qualsiasi momento, purché siano stati istituiti come eredi e abbiano accettato l’eredità. Tale diritto, di natura potestativa, è imprescrittibile e non può essere limitato se non dal testatore, che può stabilire una sospensione temporanea della divisione.
La Divisione Ereditaria: facoltà e limiti
L’articolo 713 c.c. stabilisce che ogni coerede ha la facoltà di richiedere la divisione dell’eredità. Tuttavia, il testatore può imporre che la divisione non abbia luogo prima di un certo termine, che può estendersi fino a un massimo di cinque anni dalla sua morte. Se tra gli eredi vi sono minori, il testatore può stabilire che la divisione non avvenga prima che l’ultimo dei minori abbia raggiunto la maggiore età, con un ritardo massimo di un anno dalla maggiore età.
In presenza di circostanze gravi, l’autorità giudiziaria può comunque autorizzare la divisione anche prima del termine fissato dal testatore. Questo permette di bilanciare l’autonomia testamentaria con le necessità dei coeredi, soprattutto quando una lunga sospensione della divisione potrebbe pregiudicare i diritti o gli interessi economici di uno o più eredi.
Divisione Volontaria e Giudiziale
La divisione ereditaria può avvenire in due modi: volontaria o giudiziale.
La divisione volontaria si realizza quando tutti i coeredi trovano un accordo sulla ripartizione dei beni. Tale accordo deve rispettare le quote ereditarie e può essere formalizzato attraverso un contratto di divisione. Quando i beni oggetto della divisione includono beni immobili, il contratto deve avere forma scritta e, per essere opponibile a terzi, deve essere trascritto nei pubblici registri.
La divisione giudiziale, invece, si rende necessaria quando i coeredi non riescono a trovare un accordo. In questo caso, il tribunale interviene per sciogliere la comunione ereditaria, provvedendo alla divisione dei beni in base alle quote spettanti a ciascun coerede. Durante la divisione giudiziale, il giudice può avvalersi dell’ausilio di periti per stimare i beni e suddividerli in modo equo.
Un aspetto importante della divisione è che, nel caso in cui un bene non sia divisibile materialmente, il giudice può disporre la vendita del bene e suddividere il ricavato tra gli eredi in proporzione alle rispettive quote.
Gli effetti della divisione
La divisione, una volta perfezionata, ha effetti dichiarativi, cioè non costituisce un trasferimento di proprietà, ma rende esplicita la titolarità esclusiva dei singoli beni già facenti parte del patrimonio ereditario. In altre parole, la divisione non crea nuovi diritti, ma concretizza la situazione giuridica dei beni oggetto della successione, assegnandoli ai coeredi in proporzione alle loro quote.
Nel caso in cui le porzioni assegnate a un coerede siano di valore superiore alla sua quota ereditaria, il coerede è tenuto a versare un conguaglio in denaro agli altri coeredi per compensare la differenza di valore.
I servizi dello Studio Daplex sulla Divisione
Lo studio legale Daplex offre un’assistenza completa e personalizzata nella gestione delle divisioni ereditarie. Il nostro team di avvocati, con esperienza in diritto delle successioni, supporta i clienti in tutte le fasi della procedura, dalla consulenza iniziale fino alla redazione del contratto di divisione o alla rappresentanza legale in tribunale nel caso di divisioni giudiziali.
In particolare, forniamo supporto per:
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Inoltre, lo studio offre servizi di mediazione familiare, al fine di facilitare la comunicazione tra i coeredi e trovare soluzioni condivise che possano evitare il ricorso al tribunale. L’obiettivo è quello di preservare l’armonia familiare e gestire la successione in modo efficiente e trasparente.