Nell’ambito dei diritti sulle cose, l’ordinamento attribuisce al diritto di proprietà una posizione prioritaria e indiscussa, come previsto dall’articolo 832 del Codice Civile, che stabilisce:

“Il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico.”

Il diritto di proprietà, seppur pieno ed esclusivo, non è più considerato assoluto. Esso deve conformarsi ai limiti posti dalla legge, al fine di garantire l’equilibrio con interessi generali e di terzi. Il proprietario, quindi, può disporre del bene come ritiene opportuno, ma senza violare norme specifiche o principi dell’ordinamento giuridico.

Le principali azioni a tutela della proprietà

La legge offre strumenti specifici per contrastare la compressione illegittima del diritto di proprietà. Tra le principali forme di tutela, spiccano:

  1. Azione di rivendicazione;
  2. Azione restitutoria;
  3. Azione di mero accertamento della proprietà.

1. L’azione di rivendicazione

L’azione di rivendicazione è prevista per il proprietario che non possiede più il proprio bene. L’obiettivo è ricongiungere la proprietà al possesso, dimostrando di avere un titolo legittimo rispetto al bene posseduto da altri.

Per avviare l’azione, è necessario che:

  • Il bene sia attualmente nel possesso del convenuto;
  • Il proprietario fornisca una prova rigorosa della titolarità del diritto di proprietà (probatio diabolica).

La Cassazione ha chiarito che, in caso di occupazione abusiva, il proprietario deve esperire l’azione di rivendicazione e non quella personale di restituzione (Cass. Civ., Sez. II, n. 14135/2005).

2. L’azione restitutoria

L’azione restitutoria mira a ottenere la restituzione del bene senza che sia necessario dimostrare la titolarità della proprietà. Tale azione si fonda sulla cessazione della causa legittima che giustificava la detenzione del bene, come ad esempio:

  • La scadenza di un contratto (es. locazione o comodato);
  • La nullità del titolo che legittimava la detenzione.

La giurisprudenza ha chiarito che l’azione di restituzione non può sostituire quella di rivendicazione quando il detentore è privo di titolo originario.

3. L’azione di mero accertamento della proprietà

L’azione di accertamento si distingue dalle altre poiché ha come obiettivo la conferma dell’esistenza del diritto di proprietà. Essa non comporta la richiesta di restituzione del bene e è generalmente promossa dal proprietario che già detiene il possesso.

Tuttavia, anche per questa azione è richiesta la prova rigorosa della proprietà, analogamente a quanto avviene nell’azione di rivendicazione.

La distinzione tra le azioni: chiarimenti giurisprudenziali

La giurisprudenza ha precisato che le azioni a tutela della proprietà non possono sovrapporsi:

  • L’azione personale di restituzione è finalizzata a ottenere l’adempimento di un obbligo contrattuale (es. locazione o comodato).
  • L’azione di rivendicazione, invece, si fonda sul diritto reale e richiede una prova più rigorosa.

Tentare di surrogare l’azione di rivendicazione con quella di restituzione comporterebbe la vanificazione della normativa, poiché eluderebbe l’onere probatorio più severo richiesto per la tutela della proprietà.

L’importanza della tutela della proprietà

Il diritto di proprietà è un pilastro del nostro ordinamento, ma deve essere esercitato nel rispetto dei limiti giuridici e delle esigenze della collettività. Le azioni di tutela previste, come la rivendicazione, la restituzione e l’accertamento, garantiscono al proprietario strumenti idonei a difendere i propri diritti contro violazioni o compressioni illegittime.

Comprendere la differenza tra queste azioni è fondamentale per individuare la strategia più adatta a risolvere situazioni di conflitto e per far valere in modo efficace il proprio diritto di proprietà.

Studio Daplex

Lo studio