Imposta patrimoniale: cos’è, come funziona e quali sono i precedenti
La patrimoniale è un’imposta sul patrimonio. A differenza di una tassa, essa non è collegata a un servizio specifico reso dallo Stato o dagli enti pubblici, ma consiste in un prelievo mirato a redistribuire la ricchezza attraverso politiche sociali.
La patrimoniale è considerata un’imposta multiforme, applicabile sia ai beni mobili, come denaro e azioni, sia ai beni immobili, come case e terreni. Questa natura le consente di colpire sia indici diretti che indiretti della ricchezza e della capacità contributiva.
Può essere:
- Fissa, con un importo uguale per tutti i contribuenti.
- Variabile, proporzionata alla consistenza patrimoniale.
- Straordinaria, applicata solo in situazioni di emergenza.
- Periodica, con tendenza a diventare permanente (come accaduto con ISI, ICI, IMU e IRAP).
Patrimoniale e prelievo forzoso: differenze
È importante non confondere la patrimoniale con il prelievo forzoso. Quest’ultimo è un’imposizione che colpisce esclusivamente i risparmi, prelevando liquidità dai conti correnti senza necessitare dell’approvazione del contribuente.
La patrimoniale, invece, ha una funzione più ampia di discriminazione qualitativa dei redditi, colpendo principalmente quelli che non derivano dal lavoro.
La legittimità costituzionale della patrimoniale
La patrimoniale solleva un acceso dibattito sulla sua legittimità costituzionale.
Secondo alcuni, essa viola l’articolo 53 della Costituzione, che sancisce il principio della capacità contributiva, poiché riduce il valore del patrimonio in termini assoluti, penalizzando la ricchezza accumulata.
Altri, invece, ne sostengono la legittimità in quanto si tratta di un prelievo equo, ispirato a criteri di progressività, che mira a redistribuire la ricchezza.
Precedenti storici della patrimoniale in Italia
Lo Stato italiano è ricorso più volte all’imposta patrimoniale, quasi sempre in forma straordinaria per affrontare situazioni di emergenza economica:
- 1922:
- Istituita dopo la Prima guerra mondiale per un prelievo straordinario sulla ricchezza nazionale.
- Colpiva persone fisiche ed enti collettivi.
- 1936-1938:
- Imposte straordinarie sulla proprietà immobiliare, sul capitale delle società per azioni e sul capitale delle aziende industriali.
- 1947:
- Imposta straordinaria progressiva sui patrimoni delle persone fisiche.
- Imposta proporzionale sui patrimoni delle persone giuridiche per finanziare la ricostruzione post-bellica.
- Oggi:
- Le imposte patrimoniali più diffuse sono IMU, TASI, imposte sulle successioni e donazioni, imposte ipotecarie e catastali.
Il dibattito attuale sulla patrimoniale
Il tema della patrimoniale è tornato alla ribalta con la crisi economica causata dalla pandemia di COVID-19. Nel 2020, sotto il governo Conte, era stato proposto un emendamento alla Legge di Bilancio che prevedeva:
- L’abolizione dell’IMU e dell’imposta di bollo sui conti correnti.
- L’introduzione di un’imposta variabile sui grandi patrimoni, con aliquote progressive:
- 0,2% per patrimoni da 500.000 a 1 milione di euro.
- 0,5% per patrimoni da 1 a 5 milioni di euro.
- 1% per patrimoni da 5 a 50 milioni di euro.
- 2% per patrimoni oltre i 50 milioni di euro.
- 3% una tantum per patrimoni superiori a 1 miliardo di euro (solo per il 2021).
L’emendamento non è stato approvato, ma il dibattito rimane aperto. La patrimoniale, infatti, rappresenta ancora una possibilità concreta per fronteggiare le crisi economiche future, con il rischio che imposte straordinarie diventino strutturali.
Conclusioni: patrimoniale, uno strumento di equità o penalizzazione?
La patrimoniale è uno strumento fiscale controverso, che divide l’opinione pubblica e gli esperti tra chi la vede come un mezzo per garantire equità sociale e chi, invece, la percepisce come una penalizzazione della ricchezza accumulata.
Il suo utilizzo è spesso legato a situazioni di emergenza finanziaria, ma storicamente ha dimostrato una tendenza a trasformarsi in un’imposta permanente.
L’attuale quadro economico suggerisce che il rischio di nuove patrimoniali non sia del tutto scongiurato, soprattutto in un contesto di crisi economica prolungata e necessità di redistribuzione delle risorse.